Luisa offre a Gesù i suoi dolori per la lontananza da Lui e per il suo percepire, come realmente è, la vita terrena come un penoso e doloroso esilio. Gesù spiega a Luisa come tutto concorra all'edificazione del regno della Divina Volontà, anche questi dolori che insieme agli atti, preghiere e sacrifici, concorrono alla lenta e lunga formazione del Regno. Così avvenne anche nella vita terrena di Gesù e della Madonna. Meditazione su Libro di Cielo, Volume 21, 30 Aprile 1927, 23 Marzo 2021
30 Aprile 1927
Gloria dell’unità della Volontà Divina e come l’operare in Essa è sempre modo divino. Lavori e sacrifici che fa Gesù nell’anima per formare il regno del Fiat
Meditazione distinta in due parti. Contiene bellissimi insegnamenti per la vita nel dv. Ci sono anche degli importantissimi (a parere del don) insegnamenti di vita esistenziali che si estendono al di là della vita nella dv.
La prima parte ci mostra Luisa nell'atto di fare un giro nella Creazione per seguire la dv in ogni atto creato - nella meditazione precedente, (sbocchi di amore divino #24aprile1927) abbiamo visto quant'è importante riconoscere gli sbocchi d'amore divini, prendere il ti amo e ricambiarli e attraverso di essi riportare al Signore la gloria della sua dv in ogni ente creato; la gloria deve ritornare a Dio - Questo significa fare le cose in modo divino e dargli cose degne di Lui e non dargli cose umane.
Nella seconda parte Luisa lamenta i dolori per la lunghezza sempre maggiore delle privazioni di Gesù.
"..Dopo ciò mi sentivo oppressa, le privazioni di Gesù si facevano più lunghe, sentivo tutto il peso del mio lungo esilio ed il dolore della mia Patria lontana, una profonda mestizia invadeva la povera anima mia.." Luisa
E questo tocca a noi: un tempo c'era la paura della morte, oggi c'è il terrore, l'essere terrorizzati dal perdere la vita fisica, chi ama il Signore è amante della vita, il Signore è amante della vita ma la vita terrena è un'esilio. Nella Salve Regina diciamo: mostraci dopo questo esilio Gesù - l'esilio è una cosa brutta, è essere tenuti forzatamente lontani dalla propria patria. Dalla propria casa, dalle proprie tradizioni, usi e costumi e dall'ambiente dove stiamo bene. C'è un canto mariano popolare che dice andrò a vederla un dì nel Cielo Patria mia.. la patria è casa nostra. San Paolo dice che la nostra Patria è nel Cielo. Domanda che dobbiamo porci anche noi e sentire le risonanze nel nostro cuore: ma io mi sento a disagio di stare ancora sul pianeta terra? Se io fossi certo di aver espiato i miei peccati (e quindi non mi devo fare purgatorio), ho compiuto la mia missione (quindi il Signore non desidera che faccia altro sul pianeta terra)...sarei pronto a gridare di fronte a Dio portami via? Voglio andare a casa mia? I santi questo lo hanno vissuto. E' vero che forse uno ha famiglia, ma la Patria è il Cielo. Luisa ha una profonda mestizia non solo per l'assenza di Gesù - mettiamoci nei panni di un santo, pensiamo ad un bel momento di consolazione terrena o dopo un bel pellegrinaggio (quando lo si può fare), vive dei momenti fantastici, magari ci sono alcune grazie sensibili ma poi il pellegrinaggio finisce presto (come tutte le cose terrene). E ricomincia la vita solita. Ne verranno forse altre. In questa vita terrena c'è la condanna che tutto finisce (quando si tratta di cose belle) ma è anche fonte di consolazione per le cose negative. Luisa era toccata da una profonda mestizia...ma quando finisce la nostra vita? Che pensiamo quando leggiamo queste cose? Se uno ci dicesse queste cose che ci dice Luisa, lo prederemmo per fanatico, esaltato? Esagerato? Ognuno dovrebbe chiedersi di fronte a Dio: io lo sento il dolore del mio esilio? Il peso di stare lontano dalla mia Patria? Io la sento quella profonda mestizia perchè si allunga il tempo di separazione da Gesù - ogni giorno che passa è un giorno in meno alla vita eterna...ci penso? E cosa provo?
Poi Gesù dice un'altra cosa al riguardo circa a queste lunghe attese ed apparentemente infruttuose
“Figlia mia, dobbiamo avere pazienza tutti e due e pensare al lavoro della formazione del regno della Divina Volontà, nessuno conosce ciò che stiamo facendo, i sacrifici che ci vogliono, gli atti continuati, le preghiere che occorrono per formare ed ottenere un tanto bene. Nessuno prende parte ai nostri sacrifici, nessuno ci aiuta a formare questo regno che porterà tanto bene e mentre non ci fanno alcuna attenzione, pensano a godersi la misera vita, senza neppure disporsi a ricevere il bene che stiamo preparando.........Sto ripetendo ciò con te, figlia mia, per formare il regno del Fiat Divino. Il mondo prende da noi nonostante non ci conosca e solo il mio ministro assistente conosce ciò che stiamo facendo, ma non prende parte né ai nostri sacrifici, né al nostro lavoro, siamo soli, perciò pazienza in questo lungo lavoro, quanto più lavoreremo, più godremo i frutti di questo regno Celeste.” Gesù
(parte iniziale e finale, il testo è lungo). Tutti questi sacrifici ecc.. concorrono alla formazione del Regno della dv. Noi dobbiamo pensare un'altra cosa: le opere di Dio si fanno nel tempo, tanto tempo ma proprio tanto tempo. Tempo in cui occorre lavorare, pregare e fare sacrifici senza stancarsi e tante volte avendo l'impressione che tutto ciò non producano gli effetti sperati. Così è stato per Gesù, Maria e Luisa. Gesù non ha lavorato per la Redenzione solo nei suoi tre anni di vita pubblica e solo nel Triduo santo ma ha lavorato insieme alla Madonna nel lunghissimo tempo di vita nascosta.
"..Oh! se le creature potessero vedere ciò che passa nel segreto dei nostri cuori, come resterebbero sorpresi di meraviglia! Ciò successe quando Io e la Mamma mia stavamo in terra, mentre tra Essa e Me stavamo preparando il regno della Redenzione, tutti i rimedi che occorrevano affinché tutti potessero trovare la salvezza, non si risparmiavano né sacrifici, né lavori, né vita, né preghiere e mentre eravamo intenti a pensare a tutti, a dare la vita per tutti, nessuno pensava a Noi, nessuno conosceva ciò che stavamo facendo. La mia Celeste Mamma fu la depositaria del regno della Redenzione e perciò prese parte a tutti i sacrifici, a tutti i dolori. Solo San Giuseppe sapeva ciò che stavamo facendo, ma non entrò a parte di tutti i nostri dolori. Oh! come ci doleva il cuore nel vedere che mentre Madre e Figlio ci consumavamo di pene e d’amore per tutti, per formare tutti i rimedi possibili ed immaginabili a tutti per guarirli e metterli in salvo, essi non solo non pensavano a noi, ma ci offendevano, ci disprezzavano ed altri mi tramavano la morte fin dalla mia nascita..." Gesù
C'era sul pianeta terra Dio fatto Uomo e la più grande creatura che Dio abbia creato. Stavano lavorando, sacrificandosi e pregando..Gesù non ha mai alzato troppo i veli su questa realtà (qualcosa Gesù ha detto negli scritti di Cielo, rifece gli atti ecc..) ma concretamente le giornate di Gesù com'erano? Cosa faceva Gesù a 7 anni? A che età è tornato dall'Egitto? Per noi esseri umani (Gesù è rimasto nascosto per 30 anni e si è manifestato solo per 3) viene subito un pensiero: ma perchè non poteva predicare più a lungo? Uno, non sapendo tante cose potrebbe chiedersi cosa ha fatto per 30? Se Dio ha fatto così c'erano delle buone ragioni, però apparentemente che ha fatto?
Lì c'era doppio lavoro: preparare il regno della Redenzione e quello della dv che dopo 2000 anni ha trovato in Luisa una collaboratrice necessaria. La gente ignara o peggio indifferente (anche oggi), oggi più che mai c'è un'indifferenza verso il sacro che fa male vederla. Zero assoluto. E' un'operazione diabolica realizzata nel tentativo di estromettere Dio dal mondo. Adesso sembra che siamo arrivati allo slogan Dio è sepolto e dimenticato. La Madonna è stata la Collaboratrice,
"..La mia Celeste Mamma fu la depositaria del regno della Redenzione e perciò prese parte a tutti i sacrifici, a tutti i dolori.." Gesù
Quindi vuol dire che la Madonna è stata la Cooredentrice nell'opera di Gesù. Così quello che Gesù sta facendo Gesù con Luisa lo sa solo il suo padre spirituale e gli sta dicendo: tutti questi dolori, privazioni, la lontanza dalla Patria, dolore dell'esilio ecc.. sono goccie dolorose che però vanno a concorrere all'immenso della formazione del regno della divina volontà. Le opere di Dio non si realizzano dall'oggi al domani, il don riceve un sacco di mail e di telefonate di gente che espone problemi, angoscie, situazioni difficili e il desiderio - che tutti hanno - di una soluzione immediata e possibilmente senza costi e sacrifici. Questa cosa non esiste. Inizia a pregare, pregare, pregare ecc... quanti rosari ci vorranno perchè questa persona si converta? Non c'è la bacchetta magica. C'è una dimensione distorta dei carismi: con una benedizione fulminea cessano tutti i mali, non si sminuisce l'importanza e l'efficacia delle benedizioni di case, persone e cose...non possono essere intesi come la soluzione immediata del problema. Non è tipico delle opere di Dio che compie in questo mondo. Sono lunghe, faticose e laboriose. Armiamoci di santa pazienza, ecco perchè la costanza e la perseveranza sono importanti. Uno che ha imparato a dire 4 rosari al giorno li dirà in tutta la vita. Raggiunto un traguardo spirituale non è che uno torna indietro...tutta la vita fino alla morte. Solo chi perseverà fino alla morte sarà salvato. Lento lavorio con la percezione che non serva. A volte - con uno sguardo umano - tutto sembra inutile ma non lo è. Punto fondamentale. Chi vuole entrare nella dv...c'è qualche dritta? Leggi, medita, conosci, scegli, formati, prega, lavora quotidianamente non ci sono altre vie conosciute dal don. Noi esseri umani vorremmo tutto subito e senza fatica. Pensiamo alla pubblicità che gira in rete di ricette miracolose che promettono perdite di peso in una settimana. Funziona anche nelle cose spirituali.
Dev'essere chiaro (questo lungo cammino) questa cosa, molti iniziano ma pochi continuano. Per questo Gesù dice che molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. C'è lo scoglio della lunghezza delle opere di Dio, del tempo che non dev'essere speso nell'ozio ma dev'essere impiegato con il sacrificio, preghiera, atti continuati ecc... i risultati sicuramente arrivano ma come e quando nel momento in cui Dio vorrà.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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