Gesù spiega come chi vive nel Divin Volere deve essere la voce di tutte le cose create. Importanza di ricordare che Dio e solo Lui è il creatore di tutte le cose. La nostra misera e interdetta condizione terrena sintetizzata dal termine "esilio" e la condizione divina del Paradiso, dove regna e si vive solo di Divina Volontà. Libro di cielo volume 19, 14 Marzo 1926, 24 Luglio 2020
14 Marzo 1926
Chi vive nel Voler Divino dev’essere la voce di tutte le cose create
Primo punto: la grande importanza che ha agli occhi di Dio la Creazione e come Egli desideri essere per essa glorificato
La Creazione è un punto cardine e focale degli scritti della dv e il fine di tutto l'opera salvafica di Gesù è riportare a quello stato perfetto nel quale era uscito, al 100% a quanto è dato di comprendere non ci dovremmo arrivare. Perchè la morte corporale continuerà ad esistere, e se si passa per essa - e al don non sembra di mai visto che non si lavorerà mai più con il sudore della fronte e non si è mai letto che nella dv non ci saranno parti indolori per le donne - ciò nonostante sono promesse lo sbandimento delle malattie, la non corruzione dei cadaveri per chi morirà (sono premesse) l'amicizia e la felicità ritrovata con Dio (queste sono promesse). Gesù faceva notare (meditazioni passate) che la natura è muta e c'è bisogno di chi gli presti la voce
"..—molto più che la Creazione è muta per il suo Creatore che la fece muta, perché colui al quale doveva donarla e vivere nel mio Volere avesse la parola in tutte le cose create—per fare che tutte le cose da Me fatte fossero parlanti, non mute. Sicché tu sarai la voce del cielo, da un punto all’altro suonerà la tua parola che facendo eco e risuonando in tutta l’atmosfera celeste dirà: “Amo, glorifico, adoro il mio Creatore.”
Nella rivelazione pubblica ci sono alcuni salmi di lode dove chi prega il Signore (canto di Daniele per esempio) invita tutta la natura a benedire il Signore. Questo dovere che ha la Creazione di benedere la Creazione per l'essere è già contenuto nella Rivelazione Pubblica, ciò che è un pò nuovo è l'invito ad entrare nelle cose create per offrire a nome loro e dare voce al ricambio d'amore. Cosa che Dio chiede. La considerazione un pò amara del don: oggi noi sentiamo di Creato ma di natura, apparentemente sembra lo stesso il problema è che nel contesto culturale che viviamo spesso non è altro che un riflesso di una mentalità pseudo- scientifica che tende a negare fondamentalmente la Creazione come opera di Dio. Chi ci crede tra gli esseri umani (con le dovute eccezioni) che è Dio l'Artefice e lo ringrazia? Ma quanti lo fanno? Una delle operazioni diaboliche (ad avviso del don) poste in essere dalla quale dobbiamo fare attenzione perchè in giro ci sono documentari che sparano numeri come verità e date assolute. Ma molte di queste cose non sono verità assolute incontrovertibili e dogmi di fede ma sono semplici teorie basate su alcuni dati ipotetici. La quiescenza passiva a questo modo di ricostruire la storia dell'Universo è una cosa problematica, come si fa a dare il ricambio d'amore se si instilla l'idea che il Signore non c'entri nulla con la natura? Non si possono prendere posizioni estreme (tipo fanatismo religioso), il don spera che si colga il senso di ciò che sta dicendo. Ascoltiamo la scienza ma non crediamo a tutto ciò che ci dicono.
Secondo punto: considerare quel termine particolare con cui Gesù definisce la nostra vita terrena: esilio
Purtroppo la nostra condizione post peccato originale è una condizione misera, siamo in una condizione d'interdizione. Chi è stato fuori dal proprio paese passando dal meglio al peggio (non che vai dall'africa agli Stati Uniti ma all'incontrario per esempio); con questa esperienza di vita inizi a capire cosa sia l'esilio e la speranza di ritornare a casa ti aiuta ad affrontare le situazioni di disagio. Noi stiamo in elisio qua e anche le cose più belle che viviamo (la Messa, la vita nella dv ecc...) sono tutte operazioni divine ma di cui noi non possiamo avere nessun tipo di consapevolezza. Che dipende dal nostro stato di esilio, ogni tanto il Signore ci dà qualche percezione ma si tratta di cose isolate e sporadiche e non ti tolgono il chiaro scuro della fede.
Anche Luisa in molti brani si chiede sempre che sta a fare (giri) dal mattino alla sera mettendo in giro i suoi Ti Amo e pure lei che era una persona di fare l'apripista e di vivere in pienezza il dono della dv aveva queste difficoltà. Anche la Madonna, in parte in qualche misura, ha condiviso (altrimenti non si potrebbe dire che è stata un'eroina) alcune cose che abbiamo vissuto noi. Fare degli atti di fede. La fuga in Egitto è stata una cosa che ha dovuto affidarsi al Signore. Occasione per esercitare una montagna di atti eroici.
Terzo punto: la vita del Paradiso, in Paradiso esiste solo la dv, e chi non rinasce nella dv non entra in Paradiso
C'è solo una legge: Sia fatta la Tua Volontà. In Cielo non esiste altro che dv. I Beati non conoscono altro, non si può peccare, si è assolutamente perfetti. La Dv regna in Paradiso senza nessuna possibilità della minima sottrazione ad essa. C'è un'abisso a fare la trasformazione dopo (altrimenti non si entra in Paradiso) o farla prima.
"..Dunque, chi è neonata nel tempo nella mia Volontà, si forma, stando nell’esilio, mari di grazia e partendo dalla terra porta con sé tutti i mari di beni che possiede il Voler Divino e quindi porta con sé lo stesso Dio; è un portento portare dall’esilio quel Volere, quel Dio che regna nei Cieli, tu stessa non puoi chiaramente comprendere i grandi beni, i prodigi di chi è neonata nel tempo nella mia Volontà e perciò puoi fare, tutto ciò che ti dico molto più che lo farà la mia Volontà come immedesimata col tuo piccolo essere. Invece per chi rinasce nella mia Volontà nel partire dalla terra, è il Voler Divino che fa trovare i suoi mari immensi per far rinascere l’anima in Esso; l’anima non porta con sé il suo Dio, ma Dio si fa trovare da essa, che differenza tra l’una e l’altra, perciò grazia più grande non ti potrei dare che col farti la neonata della mia volontà e se ami di crescere, fa’ che cresca solo il mio Volere.” Gesù
Se una persona non si è posta in stato di dannazione, presto o tardi andrà in Paradiso. E in Paradiso non si entra se non si è fusi con il Fiat, ecco perchè si chiama Libro di Cielo. Nell'Eucarestia noi vediamo lo stesso Gesù che è in Cielo, solo che qua vediamo l'Ostia ma quello che vedremo in Paradiso è lo stesso che lo vediamo all'Adorazione. La Dv è la stessa che c'è in Cielo e in terra, solo che qua, in questo stato di interdizione, sentiamo alcune cose e se facciamo la dv avvertiamo tanti effetti interiori (pace, serenità, benessere, domino sulle passioni, assenza di stati d'animo cattivi ecc..); non ancora nella pienezza. La Dv è la vita stessa di Dio; ma un conto è che la trovi, un conto è se te la porti dietro. Chiaramente sarà un'abisso che non solo condiziona le condizioni in ingresso in Cielo ma anche la gloria e la felicità goduta in Paradiso.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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