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venerdì 12 febbraio 2021

Divina Volontà penante e Divina Volontà felicitante

L'amabilità è uno dei segni più sicuri che si sta vivendo nella Divina Volontà. Per vivere in essa occorre il sacrificio integrale della propria volontà umana, anche nelle cose sante. Ciò è difficile, ma lo diventa assai meno se si comprende il bene immenso e le inenarrabili felicità che porta il vivere nel Divin Volere. La Divina Volontà penante prepara l'anima ad accogliere i gaudi infiniti della Divina Volontà felicitante. Libro di cielo volume 17, 20 e 25 Giugno 1925, 10 Giugno 2020

20 Giugno 1925 L’anima che fa vivere la Volontà di Dio in essa, mette in moto le gioie e le beatitudine divine, nelle quali restano rapiti i beati

Brevi spunti di meditazione. In questo brano, Gesù mostra le operazioni che la dv produce sia in generale

"...Ora, essendo questa Volontà quella stessa che hanno le Tre Divine Persone, succede che sentono in loro il respiro dell’anima, il suo palpito, il suo moto. E siccome la nostra Volontà, ogni qualvolta che decide di fare un atto, fa uscire da Noi nuove gioie, nuove beatitudini, nuove felicità, tutte cose che armonizzano tra le Divine Persone e formano mari immensi di nuove felicità, che involgono tutti i beati..." Gesù

E provoca un'aumento delle letizie e delizie sia nell'anima che vive nella dv e negli abitanti del cielo e poi quest'operatività fa mettere in campo nuove bellezze, quelle che plasmano l'anima rendendola divina in particolare quelle che rendono amabile l'anima.

"..Ora, l’anima che fa vivere la nostra Volontà in essa, giunge a tanto che, come la fa operare, ci dà occasione di farci mettere in moto le nostre beatitudini, le armonie e le infinite gioie del nostro amore; ci fa mettere fuori nuove nostre bellezze. La nostra Volontà operante nella creatura ci è tanto gradita, tenera, amabile, ci fa delle nuove sorprese, mette in moto le cose nostre per darci il ricambio della nostra gloria, del nostro amore, delle felicità nostre e tutto ciò per mezzo della creatura che in sé ha dato il posto per far vivere la nostra Volontà; come non amare questo parto del nostro Volere?.." Gesù

Nella meditazione precedente Gesù parlava di creare dei facsimili di Luisa e anche al termine del secondo scritto c'è una frase simile "..ma è necessario far la prima anima, per avere le seconde.” Gesù; ma è necessario fare attenzione che queste copie non siano taroccate. Un segno - lo dicono anche i santi e i maestri spirito - un segno certo che l'anima si stia muovendo bene nella dv è il riscontrare una grande amabilità, e anche qua bisogna essere sinceri con sè stessi. Se noi abbiamo dei modi brutti che ci rendono antipatici o odiosi al prossimo (e qua bisogna pregarci sopra e dobbiamo saper soffrire non poco caso mai scoprissimo di avere dei difetti) ma se tali siamo la cosa migliore da fare è prenderne atto ed iniziare poi ad implorare la dv che si fonda in noi e che questa cosa che ci renda odiosi sia bandita dalla nostra anima. Basta pensare lo stile di Gesù e di Maria, loro non si sarebbero mai a certi stili oggi ahimè così diffusi anche nella Chiesa.

25 Giugno 1925 Come le croci aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi. Per vivere nella Divina Volontà, l’anima deve fare il sacrificio totale di tutto, ma tutto sta nel comprenderla, conoscerla ed amarla

Gesù arriva da Luisa e l'avvolge tutta:

"...mi pareva che stesse tutto attento a coprirmi e a nascondermi sotto di Lui, affinché nulla più comparisse di me. Oh! come mi sentivo felice nascosta e coperta tutta da Gesù! Ed io non vedevo altro che Gesù, tutto mi era scomparso. Le gioie, la felicità della sua amabile presenza, come d’incanto erano tutte ritornate a rivivere nel mio povero cuore; il dolore era da me allontanato, né mi ricordavo più della sua privazione che mi era costata pene mortali. Oh! come è facile dimenticare tutto stando con Gesù! Ora, dopo che mi ha tenuto per qualche tempo tutta coperta e nascosta in Lui, tanto che io credevo che non mi lasciasse più, ho sentito che chiamava gli angeli, i santi, che venissero a vedere ciò che Gesù faceva con me ed il modo in cui mi teneva coperta sotto la sua adorabile persona. Onde dopo mi ha partecipato le sue pene ed io Gli ho permesso di fare tutto e sebbene mi sentissi come stritolare da quelle pene, mi sentivo felice e provavo le gioie che contiene il Voler Divino quando l’anima si abbandona in Esso, anche soffrendo...." Gesù

E anche qua dobbiamo fare un piccolo esame di coscienza nostro: io ho sperimentato nella mia vita - nella sofferenza - se mi abbandono alla volontà di Dio sento la gioia? Qui è sì o no, non possiamo raccontarci sciocchezze. E Gesù introduce due termini nuovi: Volontà (divina) penante e felicitante e anche qua sapienza relativamente antica: Per avere grandi grazie bisogna passare per grandi dolori. Perchè noi siamo disposti ad accogliere le verità della divina volontà, deve crearsi in noi il vuoto causato dai dolori che il Signore ci manda. Di ogni genere (fisici, morali, affettivi, spirituali, psichici, ecc...)

"...“Figlia mia, la mia Volontà vuole sempre più darsi a te e per darsi di più, vuole farsi più comprendere e per rendere più stabile, più sicuro, più apprezzabile ciò che ti manifesta, ti dà nuove pene per disporti maggiormente e preparare in te il vuoto dove deve deporre le sue verità. Vuole il nobile corteggio del dolore per essere sicura dell’anima e potersi fidare di lei, è sempre il dolore, sono le croci che aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi che voglio deporre in te, perché se l’anima resiste alla mia Volontà penante, dolente, si renderà capace di ricevere la mia Volontà felicitante ed acquisterà l’udito per capire le nuove lezioni della mia Volontà; il dolore le farà acquistare il linguaggio celeste, in modo da saper ridire le nuove lezioni imparate.” Gesù

Grande sapienza riconoscere il valore immenso che le sofferenze hanno e che tutti i mortali fuggono come la peste bubbonica ma i discepoli di Gesù e ancora di più i discepoli della dv le abbracciano con amore (le sofferenze e con gioia e non soltanto con rassegnazione).

"...perché se l’anima resiste alla mia Volontà penante, dolente, si renderà capace di ricevere la mia Volontà felicitante ed acquisterà l’udito per capire le nuove lezioni della mia Volontà;.." Gesù

Se l'anima sopporta le pene che gli dà la divina volontà che la mette alla prova e se invece si ribella non riceverà nessuna grazia o dono dalla volontà felicitante.

Io nel sentir ciò gli ho detto: “Mio Gesù e mia vita, mi sembra che ci voglia completo sacrificio per fare la tua Volontà e vivere in Essa, a primo aspetto sembra nulla, ma poi, in pratica, sembra difficile; quel non avere neppure nelle cose sante, nello stesso bene, neppure un po’ di volontà propria, all’umana natura sembra troppo dolente, quindi, mai potranno le anime giungere a vivere nel tuo Volere con il totale sacrificio di tutto?” Luisa rivolge una domanda che fanno in molti

Vivere nella divina volontà veramente significa non metterci niente del mio neanche nelle cose sante, facile a dirsi, però se iniziamo a fare esempi concreti non la finiamo più. Nella cosa santa di fare la comunione, quanto c'è di mia volontà umana e ciascuno deve imparare bene a smascherare i capolini dell'umana volontà anche nelle cose più sante e Gesù fa una piccola correzione, non nega che sia una cosa grossa ma..

E Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, il tutto sta nel capire il gran bene che deriva col fare la mia Volontà, quale è questa Volontà che vuole questo sacrificio e come questa Volontà Suprema non si adatta ad essere intramezzata e a convivere con una volontà bassa, piccola e finita. Essa vuole rendere eterni, infiniti e divini gli atti dell’anima che vuol vivere nella mia Volontà e come può far ciò se lei vuol mettere il fiato della volontà umana, fosse anche cosa santa come tu dici? Ma è pur sempre una volontà finita e allora non sarebbe più una realtà il vivere nella mia Volontà, ma un modo di dire....."

Gesù dice che non basta chiamare la dv nel fare un'azione per renderla eterna, immensa ed infinita. Non è sufficente, il don insiste molto su questo perchè ha avuto modo di sentire da alcune anime che sono convintissime di vivere nella dv solo perchè fanno qualche atto attuale ma poi nel corso della giornata - oggettivamente - altro che rinuncia alla propria volontà propria. E che succede quando c'è la volontà umana?

Lo dice Gesù: "....Ma è pur sempre una volontà finita e allora non sarebbe più una realtà il vivere nella mia Volontà, ma un modo di dire..."

Quindi questa vita richiede e questo è una meta che quotidianamente dobbiamo porci ogni volta che possiamo sacrificare una cosa che mi desidero, appena c'è qualche ostacolo fa subito il passo indietro e guarda il bene immenso della dv.

"... il difficile starà nel comprendere il vivere nel mio Volere, non nel sacrificarsi, perché quando avranno capito il gran bene che loro viene, perché da poveri saranno ricchi, da schiavi di vili passioni saranno liberi e dominanti, da servi padroni, da infelici felici e anche nelle pene di questa povera vita e tutti i beni che ci sono nel mio Volere, il sacrificio totale di tutto, per loro sarà un onore, sarà desiderato, voluto e sospirato..." Gesù

Le persone non si rendono conto del gran bene che ne deriva. Che significa essere liberato dalla passione dell'ira? Non sentire più nemmeno il fomite delle passioni e diventare bambini in quanto a malizia. Se non avviene vuol dire che ancora non ci stai nella dv. Da servi a padroni pur rimanendo umili e non facendo i gradassi. Felici anche nelle pene anche di questa povera vita. Pensiamo alle croci più grandi. Gesù parla di sacrificio tutto, ovvio che sia interiore e non è detto che sia esteriore. Sei disposto a rinunciare ai diritti che hai suoi figli qualora la volontà di Dio chiedesse di fare suore o preti? Una madre accetterebbe di vedere suo figlio/figlia soffrire e di vederlo morire prematuramente (esempio)? La Madonna non si è mai rifiutata e non si è mai tirata indietro - esempi estremi per far capire - . Se tu hai paura del sacrificio, comprensibilissimo, però ancora non ti rendi conto del bene immenso del vivere nel dv. Se Dio avesse disposto nella sua volontà intenzionale o permissiva che tu passi attraverso questa prova terribile, da questo ne verranno fiumi di grazie e di benedizioni. Questa è la forza che ha animato i martiri. Vivere nella dv ci vuole il sacrificio di tutto anche delle cose sante. Però se ti spaventa questa cosa e ti blocca, il problema non è la difficoltà del sacrificio ma è che non hai compreso bene cosa porti. Altrimenti sarai tu a chiedee il sacrificio.

Amabailità e la volontà penante - sacrificio di tutte le cose sante - che è la condizione necessaria per ricevere grazie immense e la volontà felicitante. Non fermiamoci al venerdì santo ma guardiamo alla domenica altrimenti proveremo solo orrore.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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