Gesù spiega a Luisa il valore eterno e infinito degli atti compiuti nella Divina Volontà. Perché tutto questo avvenga realmente e in pienezza è però necessario che la creatura metta al bando la sua volontà umana e metta ai piedi del Volere divino ogni minima parvenza di umano volere. Libro di cielo volume 16, 19 Maggio 1924, 27 Aprile 2020
19 Maggio 1924
Tutti gli atti, dal più piccolo al più grande di chi vive nel Voler Divino, acquistano il valore di atti eterni e divini
Brano che parla del valore eterno, immenso ed infinito degli atti compiuti nella dv. Riflettiamo su alcune cose: perchè un'atto umano divenga divino (anche se ne è già parlato) è bene fare un'attimo di nuovo rientrare in queste dinamiche e logiche. E' bene ricomprendere bene certe cose.
Il contesto di questa lezione di Gesù:
Luisa "La mia povera mente si sperdeva nell’immensità del Voler Supremo, mi sentivo come dentro un mare e tutto l’essere mio beveva a larghi sorsi l’acqua salutare della Volontà eterna, anzi mi entrava da tutte le parti: dalle orecchie, dalla bocca, dagli occhi, dalle nari, dai pori del corpo..."
C'è questa esperienza mistica e soprannaturale che Dio fa fare a Luisa per fargli vedere che sta vivendo nella dv. Luisa avverte queste cose. E' chiaro che questo non è essenziale (l'esperienza mistica), quello che è essenziale è la Fede. Noi abbiamo soltanto delle piccole spie interiori che ci fanno comprendere il nostro tasso di vita nella dv in noi. Tipo la pace, la gioia, la pazienza, l'amore, la benevolenza ecc... e tanto più sentiamo emozioni o stati d'animo opposti a questi quanto meno stiamo muovendoci nella dv e quanto meno la vita nella dv è formata in noi.
E Gesù: “Perché ti meravigli? La cosa è semplicissima, tutta la ragione è perché la mia Volontà è eterna e Divina e tutto ciò che esce da Essa, siccome è parto d’una Volontà eterna e Divina non può essere esente dall’essere eterno e divino,..."
La Dv è Eterna, e chi vive in essa trasforma tutti i suoi atti - dal più piccolo al più grande - in atti divini che acquistano il valore, merito e forma di atti divini ed eterni, quindi valore infinito, merito infinito e forma infinita. Che è una cosa immensa. Grandissima. Per capire questa cosa, gli atti umani in quanto limitati - esempio, mi vado a confessare e il sacerdote mi dice di dire 3 Ave Maria - il merito e valore di 3 Ave Maria non è come quello di un Rosario. Se mi dice dire un Rosario il merito è maggiore perchè 50 Ave Maria non sono 3 ave maria. Sono atti temporali, compiuti da un'essere umano che è un'ente finito compiuti dentro un certo spazio tempo determinato. L'eternità è fuori da questi orizzonti, per ciò se mi fondo con la dv e dico un'Ave Maria il merito di quell'Ave Maria è infinito; questo non vuol dire che non devo dire il Rosario però da un punto di vista oggettivo non si parla più di atto finito e quindi di meriti e valori limitati ma di atti infiniti. Non bisogna pensare però che, nonostante il portare i nostri atti nella dv è un operazione relativamente semplice - si tratta di un moto interiore (si fa l'Atto Preventivo alla mattina con cui si prevedono tutti gli atti che compiremo, e già si esprime a Dio di compierli nella DV e poi durante la giornata questo si rinnova attraverso gli atti di unione piccoli o estesi, di fusione ecc..).
Basta fare questo per vivere nella dv? Ci vuole così poco? No, c'è un passaggio che Gesù dice..com'è possibile che ciò accada? Magari bastasse ciò, saremmo tutti contentissimi. Sarebbe non soltanto molto semplice - basta che faccio questo e sono esentato da tante altre cose - ma non è così.
"..ma la creatura deve sempre mettere da parte la sua volontà umana per dar luogo alla mia;.." Gesù
Non cessare mai di pensarci e di ricordarla. Tradotto significa che io non posso limitarmi a fare gli atti attuali con la dv (vieni dv nel mio scrivere ecc... ndr) e tollerare che dentro la mia vita ci siano comportamenti oggettivi disordinati che stridono con la dv; perchè la divina volontà non può fare suoi quei comportamenti disordinati. Possono essere delle cose macroscopiche, esempio: una persona che è abituata a dire le bugie di scusa, può la dv fare sua la parola con cui si è mentito? E darle valore eterno, infinito ed immenso. Una persona che dice volgarità o dice trivialità o usa delle espressioni sconvenienti (ci dovremmo arrivare da soli) questi sono atti di volontà umana, posso fare tutti gli atti preventivi ma quelli non entrano nella dv. Che cosa penso, come compio le mie azioni e davanti a chi le compio? Dov'è il mio cuore? dove sono i miei pensieri? Quanto lascio che la dv piano piano dia la morte alla volontà umana e la faccia completamente morire e questo la si vede su esempi molto concreti. Io lascio che qualcun'altro decida (non impongo la mia volontà, i miei interessi, non impongo i miei piaceri, non impongo i miei punti di vista, non dico l'ultima parola..) cioè quello che il don vuol far comprendere è che ci dev'essere un lavoro molto più difficile, impegnativo e a lungo termine su noi stessi. E' l'operazione di messa al bando dell'umana volontà - non basta che dica al Signore facendo un'atto nella dv desiderando che il principio operativo di quest'atto non sia la mia volontà umana ma quella divina, ma l'atto oggettivamente deve essere un'atto buono e anche all'interno di esso (perchè all'interno di essi ci sono una montagna di variabili perchè bisogna vedere cosa Dio vuole da me ora e in questo momento). Chiediamocelo costantemente e poniamoci attenzione.
"..se fa ciò, i suoi atti sono contati nei nostri, sia il grande che il suo più piccolo atto.." Gesù
Poi Gesù spiega che - io non mi accorgo e non noto nulla riguardo alla circolazione del mio sangue (esempio del don, il don non ordina al cuore di battere e di far scorrere il sangue nelle vene) però noi chiamiamo la dv anche negli atti inconsapevoli (battere le ciglia, muovere la lingua ecc...) però questo lavoro divino non dev'essere ostacolato dai nostri atti umani contrari o resistenti al dv. Quello che Dio vuole vedere in chi vuol vivere nella dv è un continuo lavoro su noi stessi anche nelle piccolissime cose. Esempio: nei nostri canali di comunicazione multimediali ci sono possibilità di comunicazione, quando si celebrava la messa in diretta facebook si vedevano commenti di tutti i tipi. E' chiaro che una persona non si rende conto di ciò che fa, ma per chi assiste e per il don che ha già delle difficoltà a celebrare la messa in rete, dà fastidio ed è un'elemento di disturbo e il don l'ha dovuto farlo notare con dispiacere di mortificare chi fa queste cose. Il don dice di non fare commenti durante alcuni interventi (catechesi a tema ecc...) perchè se gli si gira l'occhio ed intravede qualche cosa lo disturba e perde il filo di ciò che sta facendo. E fa un danno a lui e al prossimo, anche questo è divina volontà. C'è un tempo e luogo opprotuno per fare certe cose. Ci sono per esempio delle amiche e amici che nei commenti ad un post esprimono cose private ma queste non si rendono conto che il don non può rispondere in un post ad una cosa del genere perchè non è il post dove mettersi a discutere di queste cose. Gli affari tuoi li devi gestire in privato e non li devi mettere in pubblico, i toni e modi vanno controllati. Usare in pubblico toni offensivi verso le istituzioni o verso il prossimo, non si fanno queste cose. Perchè questo non è divina volontà.
Le condizioni per dire percui la dv faccia suoi, grazie alla nostra volontà di portargli in essa tutti i nostri atti è che ci sia da parte nostra un lavoro continuo e costante di messa al bando della nostra volontà umana. Di chiederci quanto umanamente stiamo agendo, di chiedere in ginocchio al Signore fammi conoscere i miei atti della mia volontà umana - a volte ci sta tanto da soffrire perchè ci rendiamo conto di come la nostra vita sia costellata di atti di volontà umana, non facciamoci venire la depressione e poi piano piano metterla al bando altrimenti la vita nella dv può diventare 1) una pia illusione e 2) può diventare - cosa che non deve mai essere - come una sorta di scorciatoia non autorizzata verso la Santità delle santità. Sarebbe semplicemente ridicola una cosa di questo genere. Dare piena libertà alla dv di agire in noi, non è solo chiamarla nel nostro agire.
".. E poi, ciò successe nella Creazione, quante cose non furono create? Grandi e piccole, perfino il piccolo seme, il piccolo insetto, ma per quanto piccole, non si può dire che le mie opere grandi furono create da questa Volontà Suprema e quindi sono opere divine mentre le piccole non sono state create da una mano divina. E sebbene si veda che solo tutto ciò che fu creato nell’atmosfera, cielo, sole, stelle, ecc., sono sempre fissi e stabili, invece ciò che fu creato nella bassa terra: fiori, piante, uccelli, ecc., sono soggetti a morire e rinascere, ciò dice niente, anzi, siccome sono creati da una Volontà eterna e Divina, il germe ha virtù di moltiplicarsi, perché in tutte le cose c’è la mia virtù creatrice e conservatrice.." Gesù
E poi conclude Gesù:
"..Ora, se tutte le cose create, piccole o grandi, perché creati in virtù del mio Fiat onnipotente possono chiamarsi opere divine, molto più possono chiamarsi atti divini ed eterni ciò che la mia Volontà opera nell’anima, che mettendo ai piedi del mio Volere il suo umano volere, mi dà piena libertà di fare agire la mia Volontà..." Gesù
Quando questo accadesse (mettere ai piedi di Dio il nostro umano volere), noi non dobbiamo cercarle queste cose (cioè un'esperienza mistica) ma sicuramente una forte percezione degli effetti soprannaturali è assolutamente indubbio li potrà e li dovrà percepire.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
Nessun commento:
Posta un commento