Gesù chiede a Luisa di condividere fino alle estreme conseguenze la sua vita. La vita nella Divina Volontà ripete la vita di Gesù e tutti - anche se non tutti in modo estremo e straordinario come Luisa - hanno la missione e il compito di riviverla in sé. Questo è il cuore del vivere nel Voler Divino. Libro di Cielo, Volume 14, 20 Luglio 1922, Lunedì 11 Novembre 2019
20 Luglio 1922
Il vivere nel Divin Volere innesta nell’anima tutto ciò che la Divina Volontà fece e fece soffrire alla Umanità di Gesù
Profondo ed intenso brano che ci porta dentro il mistero delle esigenze ultime della vita nella dv, è chiaro che è uno di quei brani dove nella meditazione e nell'applicarlo dobbiamo fare dei distinguo e comprendere come questa creatura (Luisa) abbia avuto delle peculiarità del tutto singolari del suo modo specifico ed archetipico di vivere nella dv - però (nessuno si spaventi)
"..“Sii attenta e forte nel soffrire queste morti, molto più che da questi morti uscirà la vita a tante altre creature.” Gesù a Luisa
C'è il pericolo che ascoltando queste parole qualcuno si spaventi e si chieda come sia possibile vivere una cosa del genere - a parte che tale pensiero non è ispirato a Saggezza e Prudenza perchè quando il Signore ci dà un'incarico o ci chiama a qualcosa di forte ci dà tutte le grazie per metterla in pratica. Nella storia della Chiesa ci sono schiere di martiri che hanno sofferto cose spaventose e come hanno fatto a resistere a tali dolori?
Principio generale della vita interiore: Dio dà sempre la grazia sufficente proporzionata e necessaria ai compiti che un'anima ha. A meno che la persona non ponga ostacoli e non rifiuti le grazie, per quanto riguarda Dio Lui ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno e noi dobbiamo metterci la nostra volontà e al resto ci pensa Lui. E anche allo spaventarsi - ripeto - io (il don) non è in grado dire se a tutti quelli che vogliono vivere nella dv il Signore chieda un'unione così forte con Lui - da quello che si capisce nel testo sembrerebbe essere una peculiarità di Luisa però noi non dobbiamo avere paura delle chiamate dell'Altissimo e di ciò dinnanzi a ciò che ci mette di fronte.
Avere paura (faccio questa cosa ma chissà cosa succede e se dò un dito al Signore Lui si prenderà il braccio o chissà cosa mi succederà) questi pensieri (lo capiamo subito) dobbiamo lasciarli da parte perchè sono pensieri che certamente dispiacciono al Signore perchè non manifestano quella fiducia ed abbandono a Lui. Quello che il Signore ci chiede - e che può essere utile ai Suoi disegni - è utile alla nostra gloria futura e alla nostra Santificazione sulla terra eid questo non dobbiamo mai dubitarne. Dio non ci mette mai mai mai nelle condizioni di stare male per farci stare male questo lo fa il diavolo, il diavolo gode della sofferenza delle persone. Se Dio avesse potuto la sofferenza non ce l'avrebbe conoscere ma ce la fa conoscere perchè alcune sofferenze e tribolazioni sono necessarie per noi e a seconda dei disegni che Lui ha per noi altrimenti non esisterebbero tante cose. Noi viviamo in una condizione differente da quella voluta da Dio - e dobbiamo sempre pensarlo. Solo la Madonna non ha mai deluso le aspettative di Dio, la libertà umana di Adamo ed Eva si è mossa malamente e la storia sarebbe dovuta essere un'altra cosa.
Il don crede che dall'altra parte Dio ci farà vedere un film come sarebbe stata la storia della razza umana senza peccato originale. Quando sentiamo queste cose
".. Ora vorresti tu che Io segnassi la tua con tanti segni per quanti ne fu segnata la mia, affinché quante morti subii Io subisca tu?” Gesù
Gesù, nelle Ore della Passione, moriva ogni secondo a nostro beneficio ed è importante vedere la reazione immediata di Luisa. Il suo imbarazzo non deriva dalla sua paura di soffrire ma dal suo sentirsi indegna
"...Ond’io mi sentivo tutta confusa, comprendevo ciò che Gesù diceva e più mi sentivo annientare, disfare il mio povero essere; mi sentivo tanto indegna che pensavo tra me: “Che sbaglio fa Gesù, ci sono tante anime buone che poteva eleggere.” Luisa
Questo non si può dire a Gesù, perchè Nostro Signore non si sbaglia nelle scelte che fa, possiamo riconoscerci peccatori come san Pietro ma Gesù capisce il nostro senso di piccolezza. Luisa non si tira indietro e appena Gesù glielo manifesta va avanti
“Figlia carissima del mio Volere, voglio far di te una ripetitrice della mia Vita; il vivere nel mio Volere deve innestare nell’anima tutto ciò che la mia Volontà fece e mi fece soffrire nella mia Umanità, non tollera alcuna dissomiglianza. Vedi, la mia Volontà eterna impose alla mia Umanità che accettasse tante morti per quante creature dovevano aver vita alla luce del giorno..." Gesù
Sulla terra ci sono 7 miliardi di persone ma sono da calcolare 7 miliardi di morti che deve soffrire Gesù + tutte le altre vite. Gesù quanto ha sofferto per tutti? Era comunque molto impegnativo e Luisa ha detto il Fiat. Questa è la cosa sorprendente. Ora, il don pensa che probabilmente Gesù non ci chiederà di patire tutte le morti che ha vissuto, ci chiederà quello che la Sua Sapienza reputerà buono chiederci solo che bisogna vedere solo come noi ci muoviamo di fronte alle sue richieste. L'altra notte - per chi ha seguito la veglia c'era uno scritto del volume 30 dove Gesù parlava del sacrifico prolisso* e spiega che la vita nella dv (che vale per tutti); quando Gesù vuole dare un bene grande dò croci nuove e sacrifici non mai ricevuto per trovare monete sufficiente per farsi legare ad una creatura. Quando Gesù vuol dare una grazia Grande chiede una croce grande e la prolissità del sacrificio (un sacrificio continuato nel tempo).
(*... credo si tratti del brano 6 Dicembre 1931 Bene della prolissità del tempo
«Figlia buona, coraggio, siccome il tuo Gesù ti vuol più dare per più ricevere da te, permetto la prolissità del tempo.
Non c’è paragone che regga tra chi mi ha dato prove per pochi anni e chi per lunghi anni.
Un tempo prolungato dice sempre di più: Più circostanze, più occasioni, più prove, più pene e mantenersi fedele, costante, paziente in tante circostanze e non per poco, ma per lungo tempo, oh! quante cose dice di più.
Tu devi sapere che per ogni ora di vita sotto l’impero della mia Divina Volontà, sono nuove vite divine che si ricevono, nuove grazie, nuove bellezze, nuove ascendenze presso Dio, corrispondenti a nuova gloria, da Noi si misura il tempo per ciò che diamo e aspettiamo il contraccambio dell’atto della creatura per dare di nuovo ed alla creatura ci vuole il tempo per digerire ciò che abbiamo dato e quindi farle fare un altro passo verso di Noi, se essa non aggiunge nulla a ciò che abbiamo dato, Noi non diamo subito, ma aspettiamo l’atto suo per dare di nuovo.
Onde non vi è cosa più grande, più importante, più accetta avanti a Noi, d’una vita prolissa, santamente vissuta, già ogni ora è una prova di più d’amore, di fedeltà, di sacrificio che ci dà e Noi contiamo anche i minuti, affinché nessuno di essi non sia riempito di grazie e dei nostri carismi divini.
Ad una vita breve, poche ore possiamo contare e non possiamo dare un gran che, perciò lasciami fare e voglio che resti contenta di quello che Io faccio e se vuoi essere contenta, pensa che ogni ora della tua vita è un pegno d’amore che mi dai, che servirà ad impegnarmi ad amarti di più, non ne sei tu contenta?»
ndr)
Su questo non bisogna avere paura, perchè quando Gesù chiede è per dare, Dio non ci toglie nulla, nè la vita nè la gioia nè la felicità. E' come se uno facesse un'investimento come quando uno si spoglia di tutti i suoi beni e li mette in banca. Non è che li perdi o li butti e sono gli investimenti sono tutti a capitale garantito e ti ritorna di più (nel Vangelo 100 volte tanto). E quando Dio chiede non dobbiamo dar retta ai fischi del diavolo (lascia perdere Dio, te li dò io i divertimenti) questa canzone la sussurra dentro gli orecchi delle persone dalla mattina alla sera. Dio non ha bisogno di nessun sacrificio nè quelli del don, nè dei miei e di tu che leggi. Zero.
Quello che chiede e che vuole (e a volte è tanto..... "...Ora, mentre diceva ciò, con le sue stesse mani creatrici mi toccava e come mi toccava creava il dolore da farmi sentire pene mortali, mi strappava il cuore, lo feriva in mille modi, ora con frecce di fuoco ed ora con frecce di gelo da farmi intirizzire, ora me lo stringeva forte, da restare immobile..." Luisa) è sempre finalizzato al nostro bene. E nel momento in cui Luisa tituba Gesù interviene:
(Luisa)"..Ond’io mi sentivo schiacciata, annientata e quasi temevo che non avessi la forza e Lui, volendosi come riposare delle pene che mi aveva dato, ha ripreso a dire:
“ Che temi? Forse che il mio Volere non abbia forza sufficiente per sostenerti nelle pene che voglio darti?..." Gesù
I martiri sono la testimonianza vivente, ma ce ne stanno a milioni di martiri. Il martirologio del 62 online ci sono dei racconti da film dell'orrore (che sono canti di gloria per il Signore). A leggerlo uno si terrorizza (ma questo come ha fatto?...torture di ogni genere...chi scorticato vivo ecc...). E chi gli ha dato la forza? Nostro Signore, in forza della fede e in vista di ciò che tu credi. Nessuno ha mai visto il Paradiso prima, hanno agito con la fede.
Cosa spiega Gesù a Luisa in particolare?
"..Coraggio, figlia mia, tutto ciò è necessario alla santità del vivere nel mio Volere, generare somiglianza tra Me e l’anima. Feci ciò con la mia Mamma, non tollerai neppure una piccola pena, né alcun atto o bene che feci, che Lei non prendesse parte,..." Gesù
Che cos'è vivere nella dv? E' la replica della vita di Gesù e della Madonna (la Madonna prima copia perfetta della sua vita). Ora fino a che grado il Signore ci spingerà alla condivisione con la Sua vita? Il don non sa dirlo nè per lui nè per le persone comuni. Ma certamente dipenderà anche da quando il nostro Fiat sia incondizionato - tante volte il don ha detto, di che temi? di cosa hai paura? nel 30° volume Gesù parla del sacrifico chiesto ad Isacco e - facendo questa cosa - lui ha "comprato" la venuta del Messia sulla terra. Ed infatti la promessa del redentore è stata fatta ad Abramo e lui l'ha fatto ( 26 Giugno 1932 Sublimità e potenza del sacrificio )
"...Ora Noè col suo sacrificio prolisso comprò la continuazione delle umane generazioni.
Dopo un’altra distanza di tempo della storia del mondo, venne Abramo ed il nostro Volere comandò a lui che sacrificasse suo figlio.
Era un sacrificio duro per un povero padre; si può dire che Dio cimentava l’uomo ed esigeva una prova inumana e quasi impossibile ad eseguirsi, ma Dio ha il diritto di chiedere ciò che vuole e qualunque sacrificio vuole.
Povero Abramo fu messo a tali strettezze che gli sanguinava il cuore e sentiva in se stesso la morte, il colpo fatale che doveva vibrare sul suo unico figlio; il sacrificio era esuberante, tanto che la nostra paterna bontà ne volle l’esecuzione ma non il compimento, sapendo che lui non avrebbe potuto vivere, sarebbe morto di dolore dopo un atto sì straziante, d’uccidere il proprio figlio, perché era un atto che superava le forze della natura, ma Abramo accettò tutto, non badò a nulla, né al figlio, né a se stesso, che si sentiva consumare di dolore nel proprio figlio.
Se il nostro Volere, come gli comandò non avesse impedito l’atto fatale, anche se fosse morto insieme col suo amato figlio, avrebbe già fatto il sacrificio da Noi voluto.
Ora questo sacrificio fu grande, esuberante ed unico, da Noi voluto nella storia del mondo.
Ebbene, questo sacrificio lo elevò tanto, che fu costituito da Noi capo e padre delle umane generazioni e col sacrificio di sacrificare suo figlio, sborsò monete di sangue e di dolore intenso per ricomprare il futuro Messia, per il popolo Ebreo e per tutti.
Difatti, dopo il sacrificio di Abramo, ciò che non avremmo fatto prima, ci facemmo sentire spesso in mezzo alle creature; il sacrificio ebbe virtù di avvicinarci ad esse, formammo i profeti, fino a tanto che venne il sospirato Messia..."
Che cosa vorrà il Signore da me? Questo io non lo posso dire, posso in anticipo dirgli: può darsi che Tu (Dio) non voglia quasi nulla da me, sia talmente debole e povero che non sono in grado neanche di sostenere 5 kg sulle spalle e quindi non posso portare la Croce di Cristo sulle spalle. Questo il Signore lo sa, sa quello che ci può chiedere, lo sa quello che possiamo dare, sa anche quello che è il nostro compito nell'ordine del creato, nell'ordine della storia della Salvezza e nel Cosmo. Che è il massimo tuo. E' quello che Dio ha pensato per te, può essere una cosa grande o piccola ma l'importante è che il nostro Fiat sia detto col cuore. Dio lo vede se quando diciamo Fiat - io posso avere tutta quanta l'umana paura che la supero - per la fedeltà che vuoi, però ti dico che per quanto sta in me, eccomi. Fiat. Fai quello che vuoi, poi però quando il Signore viene a chiederci qualche cosa non possiamo fare come i bambini piccoli che iniziano a lamentarsi. Dobbiamo chiedere aiuto a Dio sapendo che quella croce è per il mio bene. Questa è la vita solida nella dv non limitata alle pratiche ma è l'adesione sostanziale che ci porta a conformare la nostra vita a Cristo - ripetitrici della vita di Gesù nella misura in cui Lui (e non dobbiamo dirglielo noi) sa che possiamo condividere fino al punto in cui Lui sa di poterci fare arrivare.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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