Gesù spiega il senso delle beffe e delle burle che ricevette davanti ad Erode, con esempi di attualizzazione molto, molto concreti. Spiega come Dio soffra di non poter dare alle creature l'abbondanza dei suoi beni perché nessuno li vuole. Considerazioni sui cattolici in politica. Il bene e il male non sono mai un fatto solo privato, ma hanno sempre conseguenze (positive o negative) sul nostro prossimo. Libro di Cielo, volume 13, 16-21 Settembre 1921, Martedì 13 Agosto 2019
16 Settembre 1921 Gesù nell’operare formava le nostre opere nel Divin Volere
Per chi prega le ore della Passione avrà riconosciuto il commento di una delle ore della Passione, qui abbiamo l'ora drammatica quando Gesù si trova nel palazzo di Erode nel quale viene burlato e ritenuto pazzo. Noi purtroppo e spesso dimentichiamo chi è il soggetto che sta subendo queste pene, l'intelligenza stessa (Dio). Debite lezioni: questo è il grande dovere che noi abbiamo e che si coltiva nel silenzio della meditazione. Le opere di Dio non sono mai chiare ed immediate, ci vuole attenzione e riflessione per comprenderne quel poco che si può. Gesù ci aiuta: farsi beffe di Dio. Quante gente si fa beffe del Signore. Per quel poco che riusciamo a capire facciamo tutto tranne il prendersi gioco di Dio. E Gesù fa esempi concreti, reali e diffusi.
"..se una persona si confessa e non mantiene i suoi propositi di non offendermi,.." Gesù
Quante confessioni fatte senza pentimento, spesso l'ignoranza nella fede è colpa grossolana, confessare sempre gli stessi peccati vuol dire pentimento zero vuol dire prendere in giro Gesù. Poi si passa ai sacerdoti.
"..se un sacerdote confessa, predica, amministra sacramenti e la sua vita non corrisponde alle parole che dice e alla dignità dei sacramenti che amministra, mi fa tante burle per quante parole dice, per quanti sacramenti amministra e, mentre Io nei sacramenti ridavo la vita novella, loro mi danno scherni, burle e, col profanarli, mi preparano la veste per vestirmi da pazzo; se i superiori comandano il sacrificio ai sudditi, la virtù, la preghiera, il disinteresse e loro conducono la vita comoda, viziosa, interessata, sono tante burle che mi fanno; se i capi civili ed ecclesiastici vogliono l’osservanza delle leggi e loro sono i primi trasgressori, sono burle che mi fanno, oh! quante burle mi fanno, sono tante che sono stanco, specie quando sotto al bene vi mettono il veleno del male, oh! come si prendono gioco di Me, come se Io fossi il loro trastullo ed il loro passatempo, ma la mia giustizia presto o tardi si burlerà di loro col punirli severamente. Tu prega e riparami queste burle che tanto mi addolorano e che sono causa per cui non si conosce chi Io sia.” Gesù
La vita deve corrispondere a ciò che si dice, se io predico il Vangelo devo essere il primo a viverlo. La gente non è stupida, non deve giudicare ma la gente lo vede. Un sacerdote che non corrisponde alla dignità dei Sacramenti che amministra qui si aprirebbe un discorso particolare per loro. La dignità deve essere il modo in cui un sacerdote appare, un comportamento esterno decoroso. Il suo vestire, il suo muoversi, il suo guidare, il suo relazionarsi...la dignità. Poi ancora, i superiori/e tutti gli istituti di vita consacrata ma anche ai Vescovi ecc... i superiori devono essere i primi a vivere una vita di virtù altrimenti sono burle che si fanno a Nostro Signore. Dio vuole la sincerità del cuore.
Anche i capi civili ed ecclesiastici, i capi civili stanno sempre a dire legalità legalità ecc... ma loro devono essere i primi a viverla. Comportamento in chiesa e totale disinteresse con cui Gesù viene trattato per esempio si passa davanti al Tabernacolo non facendo nè genuflessione ma neanche girarsi. Gesù qui ci ricorda che in Dio c'è Misericordia ma anche la Giustizia. Tu intanto prega e ripara (rivolto a tutti noi). Non ci si può prendere gioco di Dio, nessuno si faccia illusioni. I trastulli si vivono nella DV e Gesù si diverte con le creature che lo Amano ma solo in questo ambito santo.
21 Settembre 1921 Dio vuol dare i suoi beni ai suoi figli. L’operare nella Divina Volontà è giorno
“Figlia mia, in quali dolorose condizioni mi mettono le creature! Io sono come un padre ricchissimo che ama sommamente i suoi figli ma i figli sono sommamente ingrati, perché mentre il padre vuol vestire i figli, questi rifiutano le vesti e vogliono restare nudi; il padre dà loro il cibo e questi vogliono restare digiuni e se mangiano si cibano di cibi sporchi e vili; il padre dona loro le ricchezze, li vuol tenere intorno a lui, dà loro la sua stessa abitazione ed i figli non vogliono accettare nulla e si contentano di andare raminghi, senza tetto e poveri. Povero padre, quanti dolori, quante lacrime non versa? Sarebbe meno infelice se non avesse da dare, ma possedere i beni e non saperne che fare e vedere i suoi figli perire, questo è dolore che supera ogni dolore. Tale sono Io, voglio dare e non vi è chi prenda, sicché le creature sono causa di farmi versare lacrime amare e dolore continuo; ma sai tu chi asciuga le mia lacrime e mi cambia il dolore in gioia? Chi vuol stare sempre insieme con Me, chi prende con amore e con filiale fiducia le mie ricchezze, chi si ciba alla mia stessa mensa e si veste delle mie stesse vesti, a questi Io dono senza misura, sono i miei confidenti e li faccio riposare sul mio stesso seno.” Gesù
Un figlio ultra ricco che ha dei figli che vivono come straccioni perchè non vogliono quello che il Padre donerebbe con tanta gioia solo che se si disponessero ad accogliere. E' una cosa terribile avere i beni e vedere i figli perire. Proviamo ad immaginarci una persona ricchissima che potrebbe fare un sacco di bene ma se li deve tenere per sè perchè nessuno li vuole. Noi possiamo accordarci a questo stuolo numeroso di folli che sputano sulle vere ricchezze e si vanno a cacciare nelle basse consolazioni di questo mondo o noi possiamo decidere di stare sempre con Gesù e cibarsi alla sua mensa ecc.. Noi capiamo che tutte queste cose richiedono una grande interiorità: anche prendere coscienza di quanto stiamo prendendo in giro Gesù è possibile tanto quanto si rientra in sè stessi e si fanno le nostre domande: io ritengo (il don) personalmente che questa trascuratezza, il non mettersi davanti al Signore con quello che noi siamo e sotto la sua luce e lasciarsi giudicare soavemente da Lui, soavemente perchè Lui non viene come Accusatore ma Gesù premesso che c'è già il perdono pronto, cerca di dirmi che cosa vuoi fare. Che vuoi fare? io prendo atto. Pensaci bene, lascia che Io ti illumini, non avere paura di andare a vedere le piaghe della tua anima - io te le fascio e io ti perdono se c'è da perdonare non ti preoccupare ma non puoi rimanere incancrenito per tutta la vita. Occorre fare questo passo fondamentale e spesso Nostro Signore deve scatenare di tutto per farci capire alcune cose. Nel libro delle Lamentazioni, contro il suo Volere e contro il suo desiderio egli affligge i figli dell'uomo - ci manda delle prove per farci rientrare in sè stessi.
(Lamentazioni 3,33 33Poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell'uomo.)
Il figlio rientra in sè stesso e ritorna dal Padre. In mezzo a questo dramma c'è un'altro dramma ma di attualità politica: qua Gesù parla del partito cattolico, cosa dice di questo partito cattolico?
“Figlia mia, se non si formano i partiti non possono succedere le vere rivoluzioni, specie contro la Chiesa, perché se non ci fosse il partito mancherebbe l’elemento contro cui si vuol combattere; ma quanti di questo partito che apparentemente si dice cattolico, sono dei veri lupi coperti col manto di agnelli e daranno molti dolori alla mia Chiesa! Molti credono che con questo partito sarà difesa la religione, invece sarà tutto il contrario ed i nemici si serviranno per inveire maggiormente contro di Essa.” Gesù
Senza riportare la memoria a celebri inchieste di fine millennio, senza nessun tipo di faziosità, si coglie la drammatica verità che per altro non esiste più il partito cattolico ma tanti presunti cattolici che si presentano come tali ma sovente lasciando desiderare in quanto a coerenza ai loro programmi, stili ecc.. a ciò che il Vangelo e il Magistero della Chiesa.
“Figlia mia, quando fui presentato a Caifa era pieno giorno ed era tanto l’amore che Io avevo verso le creature, che uscivo in quest’ultimo giorno innanzi al pontefice tutto deformato, piagato, per ricevere la condanna di morte; ma quante pene doveva costarmi questa condanna ed Io convertivo queste pene in giorni eterni con cui circondavo ciascuna creatura, affinché fugando loro le tenebre, ognuna trovasse la luce necessaria per salvarsi ed a sua disposizione la mia condanna di morte per trovarvi la lor vita. Sicché ogni pena ed ogni bene che Io facevo, era un giorno di più che davo alla creatura; e non solo Io, ma anche il bene che fanno le creature è sempre giorno che formano, come il male è notte. Succede come quando una persona ha una luce e si trovano vicino dieci, venti persone, anche se la luce non è di tutte, ma di una, gli altri godono della luce, possono lavorare, leggere e mentre loro fruiscono della luce, non fanno alcun danno alla persona che la possiede. Così è del bene operare, non solo è giorno per essa, ma può far giorno chissà a quanti altri. Il bene è sempre comunicativo ed il mio amore non solo mi spingeva a dare alle creature, ma dava grazia a quelle che mi amano di formare tanti giorni a pro dei loro fratelli, per quante opere buone vanno facendo.” Gesù
(altro momento delle Ore della Passione) Era giorno, Gesù era piagato ed inguardabile e dice che queste pene le tramutava in giorno e conclude con questa bellissima immagine: a seconda di ciò che noi facciamo il bene, noi facciamo luce per gli altri. Ma chi fa il male spegne la propria luce e ci prova anche con quella degli altri al massimo ci prova con il suo fiato / cattivo esempio. Non è soltanto fatto privato, decido io, affari miei e la vita è la mia - le mie scelte personali - anche un peccato occulto - produce danno a tutta la Chiesa. Delle nostre azioni ne fanno spese chi ci sta attorno e ne dobbiamo esserne consapevoli. O spostiamo in peggio non solo la nostra esistenza ma anche quella di coloro ci stanno attorno, noi non possiamo cambiare il prossimo ma noi sì con l'aiuto della Grazia.
MEDITAZIONE SULLA DIVINA VOLONTA' DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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